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Trento, 10 aprile 2010
Trento e le stragi di alberi
Il verde urbano aiuta a vivere meglio

Che ne è del verde urbano a Trento? Ttroppa disinvoltura nel taglio degli alberi
di Lucia Coppola, consigliere comunale Verde al Comune di Trento
da l'Adige di sabato 10 aprile 2010

In questi ultimi mesi si sono succedute numerose prese di posizione di privati cittadini che, dalle pagine dei quotidiani locali, hanno denunciato il taglio sconsiderato di alberi nella nostra città. A queste, hanno fatto seguito da parte di consiglieri comunali, anche di chi scrive, domande d’attualità, ordini del giorno e interrogazioni nel merito a cui l’assessore di turno rispondeva adducendo necessità di forza maggiore: si trattava di alberi vecchi, malati, pericolanti, doveva essere lasciato  spazio a nuove costruzioni, parcheggi, ristrutturazioni. Le risposte date da tecnici e politici lasciano però spesso l’amaro in bocca e risultano essere non sempre comprensibili e convincenti. In molti, cittadini preoccupati, si sono chiesti dove sono e cosa fanno i Verdi, dimenticando forse che in Consiglio Comunale a Trento non sono più in Giunta, non gestiscono assessorati e, pur facendo parte della maggioranza, non hanno voce in capitolo in relazione alle scelte fatte dall’assessorato all’ambiente o da quello ai lavori pubblici, entrambi in capo al PD. Quindi è forse a loro che ci si dovrebbe rivolgere, in via prioritaria, per avere spiegazioni circa la gestione del verde urbano.

Di certo c’è che di una vera emergenza si tratta: l’abbattimento degli olmi in via Grazioli, avvenuta lo scorso anno, il boschetto di conifere su cui ci si è accaniti nei pressi dell’ospedale S. Chiara nelle scorse settimane, i cedri e le magnolie di via Lampi nel parco dell’ex albergo Mayer, e molti altri casi riguardanti piante belle e sane o alberi che potevano essere messi in sicurezza adottando tecniche meno drastiche e definitive come consolidamenti, potature mirate di parti meno stabili. Ritengo che dovrebbe esserci più attenzione alla dislocazione e alla fruibilità da parte dei cittadini del verde urbano e che gli stessi dovrebbero essere più coinvolti in decisioni che sicuramente, in qualche caso, si rendono necessarie ma che, se calate dall’alto, senza dare spiegazione alcuna, non possono che creare malcontento e preoccupazione. E’ pur vero che il Comune sta implementando, con nuove importanti piantumazioni in alcune zone della città, gli alberi sacrificati ma va ricordato che quelli di alto fusto, con le loro chiome maestose, gli splendidi viali alberati di buona memoria, non crescono da un giorno all’altro ed impiegano decenni a restituire alla città ombra, frescura, ossigeno e bellezza, riparo e habitat per gli animali. E non saranno certo cespugli fioriti o aiuole, pur esteticamente apprezzabili, a sostituirne la funzione irrinunciabile e preziosa.

Più in generale, quando si parla del verde urbano- e delle relative politiche - si deve essere consapevoli del fatto che in esso si includono differenti tipi di spazi verdi che hanno ruoli distinti e che, nel complesso, contribuiscono a creare un sistema unitario che qualifica la città e il suo paesaggio. Per quanto concerne le funzioni, esse non sono solo di natura ambientale, ma anche sociale: l’esigenza di un contatto col verde è intrinseca al vivere urbano e per questo l’offerta nella città deve essere non solo ampia, ma anche diversificata, soddisfacendo esigenze talora contrapposte: dalla contemplazione estetica (riposare lo sguardo!) all’esercizio fisico, dalla ricerca della solitudine a quella dell’aggregazione, dal riposo alla ricerca di stimoli.

Vi è poi l’aspetto ecologico-ambientale e la necessità di mitigare l’impatto dell’antropizzazione, moderando i picchi termici nel periodo estivo, mantenendo un più elevato grado di bio-diversità, migliorando la qualità dell’aria. Vi è poi una funzione protettiva, essenziale in zone degradate o soggette a smottamento ed erosione.

E vi è la funzione paesaggistica: gli alberi e il verde in generale definiscono il paesaggio urbano se si crea un ‘adeguata armonizzazione tra parchi, giardini, zone alberate. Da qui l’importanza di giardini cittadini e di quartiere, di vicinato, di viali e piazzali alberati che inevitabilmente, e ne sono una dimostrazione le numerose prese di posizione, i cittadini finiscono col sentire come propri ed essenziali.

Altrettanto importanti sono nella città gli spazi verdi più direttamente funzionali, destinati ad impianti sportivi, alle scuole, agli ospedali, inserti verdi destinati al traffico (rotonde, aiuole spartitraffico, ecc.). Ma anche gli ambiti residuali hanno una loro funzione, soprattutto nelle fasce esterne: spazi incolti lasciati momentaneamente liberi dal cemento che sono luoghi ideali per i giochi di bambini e adolescenti, in un’accezione più libera rispetto ai luoghi strutturati. Ricordo per i miei figli e i loro amici, negli anni ’70, il ruolo impagabile svolto dal “campetto” di S. Giuseppe.

Vorrei inoltre ribadire la necessità di promuovere “reti ecologiche” sul territorio urbano e periurbano, collegando le aree di interesse ambientale e paesaggistico per prevenire l’eccessiva frammentazione del verde in “isole” e creare quei corridoi ecologici: boschi, giardini, siepi, sentieri, muretti, che consentono lo spostamento degli animali e favoriscono la bio-diversità e la rigenerazione ambientale di ambiti urbani preziosi per la qualità del nostro vivere cittadino. E anche per i giardini privati, meno prati all’inglese, forse, e più verde naturale che implica meno irrigazione e meno uniformità vegetale, dunque più diversità biologica.

Per ultimo va ricordata la funzione dei boschi al limitare della città che consentono di stare nella natura senza affrontare lunghi spostamenti, i parchi storici che circondano antiche dimore nobiliari, gli orti privati e quelli coltivati dai pensionati, l’agricoltura a chilometro zero nei dintorni della città. Tutto ciò, se pure in estrema sintesi, per la quale mi scuso, costituisce la ricchezza del nostro territorio urbano, da “manovrare” con mano delicata e sicura, con rispetto e condivisione, aumentando i livelli partecipativi dei cittadini che non possono limitarsi alla semplice presa d’atto.

Lucia Coppola
Consigliere comunale Verde al Comune di Trento

 

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